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maggiore parte delle cattedrali degli stati della Chiesa, in quanto chè risale ai tempi della prima crociata. La fece fabbricare nell’anno 1074 sui disegni di un De-Magistris di Anagni, Pietro vescovo della città, della stirpe dei principi Longobardi di Salerno, il quale prese parte alla prima crociata in qualità di compagno d’armi di Boemondo principe di Taranto.

Sulla porta maggiore del duomo si legge l’iscrizione seguente, scolpita nella pietra;

Quisquis ad hoc templum tendis venerabile gressum.
Mox conditorem cunctorum nosce bonorum
Condidit hoc Petrus magno cognomine Præsul
Quem genuit tellus nobis dedit alta Salernus
Sic misere tibi superi patris unice filius.

La forma delle lettere dell’iscrizione appare moderna, e probabilmente del secolo XVI ma lo spirito e le espressioni di essa appartengono al tempo in cui venne costrutta la chiesa. Sebbene rinnovata questa varie volte dai vescovi della città, e dai Papi, ha serbato tuttavia il suo carattere originario gotico-romano. La facciata è di architettura rozza, e di carattere pesante. Si compone di un frontone tozzo ornato di una semplice cornice. Nel centro di queste trovasi aperta una finestra ad arco tondo, nuda, senza ornamenti ed al disotto di questa un’altra di forma quadrata, più ampia, la quale venne praticata evidentemente in tempi posteriori. L’unica porta ha una cornice senza gusto, formata di vari pezzi di pietra, con teste di leoni e di tori, di scultura del medio evo. Sorgono senza scopo riconoscibile, e senza simetria ad un lato solo della porta due pilastri, aderenti al muro e sormontati da capitelli. Trovasi poi sopra la porta un arco di architettura romana in pietra, ornato di pochi rabeschi. Tutte le costruzioni sono di roccia calcare del luogo, lavorata grossolanamente. Si scorge facilmente che la facciata conserva in generale la sua forma primitiva, ma che andò soggetta più tardi