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ho potuto sapere se la più bella donna d’Italia, Giulia Gonzaga, consorte di Vespasiano Colonna si trovasse quivi come parimenti non so dove sia stata sepolta la illustre poetessa Vittoria, morta nel febbraio del 1547. Nel suo testamento, il quale per quanto mi risulta non fu mai pubblicato, ordinò di essere tumulata nel monastero in cui sarebbe venuta a morire, come parimenti fece un legato per le monache di S. Anna dei Falegnami, le quali l’avevano assistita durante la sua ultima malattia, ed il testamento stesso fu dettato al letto della morente il 15 febbraio, nell’antico palazzo dei Cesarini, presso Argentina. È quindi molto probabile sia stata tumulata nel vicino monastero di S. Anna.

IV.

Da Pagliano non havvi strada carrozzabile la quale porti ad Anagni, distante sole sei miglia, imperocchè non avendo questa città che una sola porta, posta di fronte a Genazzano, è di mestieri a chi arriva dal lato opposto fare il giro delle antiche mura, le quali risalgono al medio evo; vi si può però arrivare per un sentiero praticabile a cavallo, ma ripido e malagevole, per essere aperto nella viva roccia calcare, che lo rende sommamente sdrucciolo.

Feci questa strada a cavallo, in compagnia di un campagnuolo che mi ero tolto per guida, in una giornata stupenda di settembre che ricorderò sempre con piacere, fra le tante mie peregrinazioni, per la Saturnia tellus, tanto era bella la vista di quelle solitarie contrade e di quei monti maestosi. La collina di Pagliano scende dolcemente verso il fiume mentre da tutte le altri parti è ripida. E coltivata tutta a viti nelle sue pendici, e sulla vetta per la quale camminavamo, crescono in abbondanza il lentisco, la fragola selvatica, ed il mirto, la qual cosa mi fece senso, imperocchè quest’ultima pianta preferisce le coste, ed i siti dove spira l’aria marina. La collina è popolata di coloni, uomini rozzi e quasi selvaggi, i quali abitano ca-