Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/331


- 331 -

scomparve allorquando quest’ultima città fu distrutta dai Romani nel 1191, sia altrimenti, è certo però che venivano da quei monti, e che poco a poco si allargarono nella campagna di Roma; i loro dominii si stendevano da Monte Fortino, vale a dire dai Monti Volsci, fino ai monti degli Equi e degli Ernici, giungendo fino nella Sabina. Tenevano la loro sede principale in Palestrina, e ridussero sotto la loro dominazione, tutte le contrade circostanti.

Cominciò nel secolo XIII la loro potenza, e la loro grande influenza in Roma, dove già da tempo possedevano un palazzo, presso la chiesa dei Santi Apostoli, nel rione di Vai Lata. I cardinali di questa famiglia sostennero parti importanti nel secolo XIII e la storia degli Hohenstaufen fa menzione frequente dei Colonnesi, quali Ghibellini ardenti in Roma. Ad ognuno poi è nota la parte che ebbero alla caduta di Bonifacio VIII.

Nel secolo XIV, durante l’esilio del Papato in Avignone i Colonnesi lottarono di continuo vivamente per il dominio della città eterna cogli Orsini, non meno potenti, i quali d’allora in poi furono i loro costanti avversari, e nemici dei Papi. Rifulse in allora di molto splendore quale capo della casa il vecchio Stefano Colonna, al quale Petrarca indirizzava i sonetti e le epistole che tutti conoscono. E si fa appunto nel secolo XIV, che si separarono i due rami di Palestrina e di Pagliano.

Nel secolo XV si accrebbe la potenza dei Colonnesi, prima per i grandi favori ottenuti dal re di Napoli Ladislao, e della regina Giovanna II, e finalmente per la elezione a Papa di Ottone Colonna sotto il nome di Martino V. Fin da quell’epoca i Colonna acquistarono molti feudi pure del regno di Napoli, principalmente il ducato dei Marsi (da cui il loro titolo Marsorum Dux) la contea di Celano, ed inoltre quarantaquattro città e castella.

Ai tempi di Sisto IV vennero in guerra colla Santa Sede; Gerolamo Riario, nipote di quel Papa, strinse di assedio Pagliano, però non ebbe tempo ad impadronirsene, essendo venuto repentinamente a morte il Papa. Furono del pari