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mantello bigio, o di una pelle di montone, colla piva appesa al fianco. Come si scorge, quei sandali sono una calzatura classica. Diogene l’avrebbe usata, se non fosse andato a piedi nudi, ed Epitetto e Crisippo l’avrebbero potuta magnifìcare in una dissertazione intorno alla moderazione dei desideri. Quando questa calzatura è bene aggiustata, e che le fasce di tela sono tuttora nuove, non fa punto cattiva vista, ma allorquando il tutto comincia ad essere vecchio e logoro, assume aspetto povero e cencioso. E siccome tali sono per lo più le Ciocie, il popolo che li porta compare miserabile assai, ed il nome di esso viene talvolta pronunziato con disprezzo. Un abitante di S. Vito, il quale mi faceva ammirare un giorno il bel panorama che si gode da quel paese mi diceva, «Guardate signore, colà, in quella direzione sta la Ciociaria,» e sorrideva in aria di compassione, tutt’altra che benevola.
I ciociari portano una giubba lunga, di colore rosso, ed un cappello di feltro fatto a punta, guernito per lo più da una penna, da un nodo di nastro, o da un fiore. Trovansi fra questi, come accade del resto in tutta la campagna di Roma, parecchie persone con capelli biondi, ed occhi cilestri. Gli uomini portano i capelli rasi sulla nuca, con due ciocche le quali cadono sulle tempia. Portano per lo più un mantello lacero, od una pelle di montone sulle spalle, a quando hanno un fucile in mano, compaiono spesso al passo di Ceprano gridando faccia a terra! ed allegerendo con somma destrezza del peso soverchio, le tasche dei viandanti. Le donne portano desse pure i sandali, un abito corto di colori vivaci, un grembiale quadro di lana, un panno bianco o rosso sul capo, e finalmente il busto, compimento di ogni foggia di vestito donnesco, in tutta la campagna di Roma. È questo una specie di corsetto di tela, duro, trapunto, alto, e sostenuto sulle spalle, il quale ricopre e sorregge il seno, ma che ampio e non stretto alla vita, serve talvolta pure ad uso di tasche.
Colla vigilia della festa le processioni dei pellegrini si fanno più frequenti; si ode di continuo il canto malinco-