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Da quell’epoca la Madonna di Genazzano, la quale prese nome del Buon Consiglio, cominciò a fare miracoli; venne costrutta dapprima una chiesa, quindi allato a questa un convento, ed i monaci dell’ordine di S. Agostino si posero in possesso di questo santo e miracoloso ramo di reddito, il quale non è punto meno produttivo della Madonna degli Agostiniani di Roma, imperocchè questa di Genazzano gode in tutte le Romagne di una riputazione pari a quella degli antichi oracoli dei gentili. Due volte all’anno, nella primavera e nell’estate, viene celebrata con solennità la festa di lei, ed allora piovono le offerte in danaro ed in oggetti preziosi, e siccome anche i più poveri recano il loro obolo al santuario, si può dire che la Madonna di Genezzano preleva sulla campagna di Roma, tributo ben più largo di quelli che percepisce lo stesso governo. Mi si disse che la miglior parte dei doni sia recata al santuario dalle molte confraternite che esistono nei paesi della campagna; ogni confratello versa cinque baiocchi ogni mese nella cassa comune, e per tal guisa sonvi talune confraternite, le quali radunano perfino un centinaio di scudi. I redditi del santuario si possono calcolare all’incirca di sette mille e cinquecento scudi.

L’imagine trovasi in una cappella di una chiesa molto pulita, e ben addobbata, dove stanno accese di continuo varie lampade. La cappella è separata dal resto della chiesa per mezzo di una cancellata in ferro, e l’imagine per lo più è ricoperta da un velo di seta gialla. Si dice che recata colà dagli angeli, anche attualmente non posi nella chiesa sopra base stabile, ma sia sostenuta per aria da mani invisibili. Io la vidi più volte scoperta, ma non ho mai potuto farmi un’idea precisa del modo in cui posi a terra.

Le schiere dei pellegrini cominciano ad arrivare alla vigilia della festa, ed allora il paese e tutti i dintorni si vanno grandemente animando, ed echeggia di continuo nell’aria il canto delle litanie. Tutte le strade riboccano di compagnie di pellegrini, le quali arrivano in buon ordine.