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Benedetto cha sta pranzando colla sua sorella; la morte del santo; quella di Placido e di Mauro. Vi si scorge pure un antico sarcofago di un ragazzo, con graziosi bassi rilievi rappresentati uccelli, il quale collocato sopra una colonnetta, venne impiegato ad uso di vasca per l’acqua santa.

Una scalinata porta nella chiesa sotterranea, degna di particolare osservazione. Anche in questa tutte le pareti sono dipinte, ed anzi alcune iscrizioni ricordano l’epoca ed il nome del pittore. Vi si legge scritto in carattere gotico, Magister Conxolus pinxit hoc opus, ed altrove, Stamatico Greco pictor perfecit A. D. MCCCCLXXXIX. Consolo dipingeva in principio del secolo XIII, e pertanto prima di Cimabue; prima che la pittura italiana si francasse dal carattere tipico dello stile bizantino. Forse fu lo stesso pittore che ai tempi di Papa Onorio III dipinse a Roma il portico di S. Lorenzo, imperocchè queste pitture, e quelle di Subiaco sono contemporanee, e di un medesimo stile. Le opere di Consolo, come si può rilevare dai suoi affreschi in Subiaco appartenevano tuttora alla maniera greca, ma erano però meno rigide, e di maggiore scienza di disegno. Sono in quegli affreschi molte figure eccellenti, di forme nobili e vi si rileva una semplicità di panneggiamenti, la quale ritrae dell’antico. In ogni caso quell’antico maestro il cui nome (κομψος) pare rivelare un Greco, fu pittore di merito, e probabilmente dipinse, al pari dei Cosmati, greci pure dessi di nome (κοςμετες) e suoi contemporanei a Roma; in Subiaco, e nella cripta del duomo di Anagni.

Le pitture della chiesa sotterranea di Subiaco, si riferiscono a vari argomenti; la maggior parte però, riguardano la storia del convento. Sulla scala, a cagion d’esempio, si scorge Papa Innocenzo III, il quale porge un diploma all’abate Giovanni III, non chè Gregorio I, il quale rimette all’abate Onorato, l’atto di donazione. Molte pitture poi si riferiscono alla vita di S. Benedetto, e quella fra la altre che lo rappresenta colla sua nutrice, è pregevole per la