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gli che edificò il monastero principale, che venne dedicato ai santi Cosimo e Damiano, tuttora oggidì esistente sotto il titolo di S. Scolastica, e secondo ogni probabilità l’ultimo che rimanga dei dodici primi monasteri. Imperocchè i Longobardi distrussero quelli fin dall’anno 601, ed i seguaci di S. Benedetto dispersi durarono fatica a salvarsi in Roma, dove il Papa loro assegnò a stanza il convento di S. Erasmo sul monte Colico. Nella storia della badia di Subiaco, il rinomato Papa Gregorio figura qual fondatore principale della sua giurisdizione temporale. I monaci ripetono specialmente da lui un diploma dell’anno 599 col quale vengono assegnati alla badia numerosi beni e privilegi, e si ritiene con fondamento, che quella pergamena sia stata la base di molti diritti, che i Benedettini di Subiaco furono abili a far valere. L’originale di questa donazione andò perduto, come pure avvenne del famoso diploma del monastero di Montecassino, e solo se ne conserva una copia del 1654, detta autentica. Esistono pure altri documenti di ugual natura, donazioni di Gregorio IV, di Nicolò I, del re Ugo e del re Lotario dell’anno 941, i quali difficilmente si possono ritenere legittimi, imperocchè le falsificazioni di tanto erano venute in uso nel convento, che papa Leone IX nel 1051 consegnò di propria mano alle fiamme molti documenti.
L’abbazia di S. Benedetto rimase per il corso di cento quattro anni abbandonata, e deserta, finchè nel 705 Papa Giovanni VII vi chiamò novelli abitatori. Se non che i Saraceni la distrussero nell’anno 840 e non venne ricostrutta che circa la metà di quello stesso secolo, dall’abate Pietro I. Ma di bel nuovo nel 938 la distrussero gli Ungheresi, e non fu che nel 981 che Subiaco venne finalmente riedificato per l’ultima volta da Papa Benedetto VII, il quale nel dì 4 di dicembre consacrava la chiesa, sotto il titolo di S. Benedetto e di S. Scolastica. Da quell’epoca la badia non ebbe più a soffrire danni per mano di nemici, ed arricchita di donazioni effettive, e non contestate, cominciò grandemente a fiorire.