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Fu quasi un sogno. La storia sogna talvolta, come gli individui, antiche simpatie, tempi trascorsi. Nel 1852 sognò di Napoleone.
Intanto l’imperatore all’Elba fu come suolsi dire volgarmente, posto alla gogna, da zie e da cugine. Si disse in tutta Italia che una tale damigella X... avesse conquistato il suo cuore, che desso la ricevesse nelle ore romantiche, tanto nel suo palazzo che in villa; che anzi quella portasse già in seno un secondo piccolo Napoleone, e che ne menasse vanto. Quella damigella era figliuola di un agiato proprietario dell’isola, stato gonfaloniere di Portoferraio; desso poi era cognato di un signor Y.... di Livorno, e la sorella di quest’ultimo, era una vera Messalina, era pubblicamente ganza dell’inglese Z... negoziante in Livorno, il quale Z... poi era nemico arrabbiato di Napoleone. e tutta cosa della spia Giunti e compagni. Per tal guisa, anche l’Elba ebbe la sua cronaca scandalosa.
Del resto il danaro cominciava a far difetto. Il reddito di Napoleone toccava appena quattrocento mille lire. Perciò nel trattato di Fontainebleau gli era stato fissato un assegno annuo di due milioni cinquecento mille lire, che la Francia in isfregio del trattato non si faceva premura di soddisfare. L’imperatore ne mosse lagnanza; lord Castelreagh prese a patrocinare la sua causa, ma il governo francese tirava per le lunghe, e non pagava. Temeva probabilmente che l’esule si potesse valere del danaro a preparare un colpo di mano, stava sopra pensieri per una sorpresa in Italia; che ad un tentativo di sbarco in Francia nessuno pensava per certo.
Nell’isola poi, alla portata ugualmente della Francia come dell’Italia, ambedue questi territori dovevano comparire allo spirito irrequieto del sovrano spodestato quali adatti ad un tentativo di ristaurazione. Quante volte passeggiando su e giù nel piccolo giardino, nel gabinetto di lavoro, colle mani dietro la schiena, non avrà l’esule pensato sia a ricostituire in Francia il caduto impero, sia a tentare novella via, quella di fondare in Italia una nuova monarchia!