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Diedi uno sguardo a’ suoi libri, e sur uno di quesi lessi il titolo seguente: «Leggendario delle sante vergini, le quali vollero morire per Nostro Signore Gesù Cristo.» Anche l’eremita Tiberio qui leggeva libri che parlavano di vergini; se non che non erano di quelle le quali volevano morire per il suo contemporaneo, ma bensì i libri della etara greca Elefanti, i quali insegnavano la scienza del piacere, ed erano allora di moda in Roma. Suetonio narra che Tiberio teneva quegli scritti nella sua stanza a Capri. Del resto trovai pure oggetto lascivo presso l’attuale eremita. Mi fece vedere la copia di un basso rilievo esistente nel museo di Napoli. Rappresenta un uomo vecchio affatto nudo a cavallo; siede in sella davanti a lui una ragazza, parimenti nuda, con una fiaccola in mano, ed un giovanetto, nudo desso pure, guida il cavallo verso la statua di un Dio. La rassomiglianza del vecchio con Tiberio è così sorprendente, che porta a credere rappresenti quel basso rilievo una scena notturna della sua vita di Capri, forse un sacrificio a Priapo; se non che la catena che il vecchio porta al collo, è quella stessa dei gladiatori combattenti e degli altri condannati, e punto non si addice all’imperatore Tiberio. L’eremita aveva copiato il basso rilievo ad acquarello con somma diligenza, e con vera intelligenza del nudo, ed apparteneva quello incerto modo alla sua abitazione imperocchè era stato scoperto fra le rovine della villa. Due volte furono praticati scavi in questa, sebbene in modo incompleto; la prima da Hadrava nel 1804, la seconda da Feola nel 1827. Vi si trovarono bei pavimenti di marmo, uno dei quali venne adatto davanti all’altare maggiore nella cattedrale di Capri, parecchie belle statue, fra le quali una piccola in lapis lazzuli, la quale venne acquistata da un Inglese; vari busti i quali andarono dispersi, e mosaici che si trovano attualmente nel museo di Napoli.

Nessun imperatore al mondo può vantare una villa, dalla quale goda vista uguale a quella di cui gode quell’eremita nella sua cella. Dalla sua finestra desso vede i due golfi di Napoli e di Salerno, le più belle coste ed isole

F. Gregorovius. Ricordi d’Italia. Vol. I. 16