Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/216


- 216 -

sono i denti, che tutti gli abitanti dell’isola hanno stupendi, forse perchè non hanno sempre di che mangiare.

È d’uopo vedere queste belle fisonomie, riunite in gruppi, o contemplarle quando scendono dalla montagna portando sul capo brocche d’acqua di forme antiche, o ceste ripiene di terra ovvero di sassi, procacciandosi con questo lavoro faticoso di che sostenere magramente la vita. Imperocchè le donne compiono pur troppo a Capri le parti di bestie da soma, e si vedono le più graziose fanciulle dai quattordici ai venti anni, Gabriella, Costanziella, Mariantonia, Concetta, Teresa, e tante altre le cui fisonomie in Inghilterra, in Francia ed in Germania, sarebbero ammirate in un quadro, portare alla spiaggia sulle loro testine pesi, che altrove sarebbero gravi per un uomo. Due settimane fa approdava nell’isola un legno napoletano, il quale deponeva sulla spiaggia un carico di cubi di roccia calcare, destinati alla ricostruzione di un antico convento; e tutti quei pesanti materiali furono nello spazio di cinque giorni trasportati alla loro destinazione dalle ragazze dell’isola, sul capo. La strada è ripida per modo, che quando la facevo tornando dal bagno, e ristorato da questo giungevo alla sommità ansante, e spossato di forze. Eppure un trenta ragazze circa, fecero per cinque giorni più volte al giorno quella strada, cariche dei loro macigni. Le più robuste ne portavano due, le più deboli uno solo. Per avere un’idea del peso di quei sassi provai a sollevarne uno, e mi volle tutta la mia forza per riuscire a collocarlo sul capo di una di quelle povere giovani, alla quale mi parve aver reso non lieve servigio. Desse pregavano ingenuamente le persone che incontravano per istrada di dar loro aiuto in quel penoso lavoro di Sisifo, a cui attendevano dal levare del sole, finchè questo s’immergeva in mare, tingendo del più stupendo colore di porpora la lontana isola di Ponza; e facevano sotto la sferza del sole meridionale, per ben sedici volte, quella dura strada. Mentre prendevano i sassi alla marina uno scrivano ne pigliava nota, e sopra, alla Certosa, un altro li registrava, con tutta