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escano in mare alla sera; i pesci sono allettati a salire alla superficie delle acque dal chiarrore di una fiaccola; sono afferrati da una rete, sostenuta da legni leggieri che galleggiano, e vengano per tal guisa tirati su nella barca. I pescatori stanno in mare tutta quanta la notte; tornano a terra col levare del sole, pongono ad asciugare le loro reti, attendono a racconciarne i guasti, dormono un paio d’ore, e quindi si alzano, pronti a racominciare la sera. È dura e faticosa la loro vita, imperocchè il mare è spesso fallace, e talvolta la preda di una intera compagnia di pescatori non raggiunge il valore di un carlino.
La vita animata della Marina Grande, unico porto dell’isola, dove sorge una fila di case, porge in ogni tempo uno spettacolo interessante. I pescatori sono uomini nerboruti, spesso di forme erculee, e le loro figure abbronzate, energiche, ottengono risalto dal berretto frigio che portano costantemente. Quando il mare è agitato, offre bello spettacolo il vederli occupati a trarre frettolosi le loro barche all’asciutto, sulla spiaggia. Questa è ristretta e neanco sicura tutta dall’urto dell’onde, e pertanto le barche vi hanno i loro ripari murati, nei quali sono tratte quando gagliarda infierisce la tempesta. Stanno su quella spiaggia un centinaio circa di barche, fra le quali tre di maggiore portata, le quali fanno il commercio con Napoli. Vi si recano al lunedì, ed al giovedì, e ne ritornano il martedì ed il venerdì. Regna allora una grande animazione sulla spiaggia, imperocchè anche le ragazze e le donne di Ana-Capri scendono dalla loro altura a ritirare gli oggetti che recano le barche. Allorquando il mare è agitato, i pescatori più giovani si cacciano in mare colla testa prima, quali tanti marangoni; coloro i quali stanno nella barca loro cacciano i remi ed i cordami, ed il peso di questa riesce per tal guisa alleviato finchè l’uno dopo l’altro saltano tutti a terra. Giunti colà, tirano la barca sulla spiaggia colle funi, gridando tutti a squarcia gola, e più possente di tutte risuona la voce del padrone della barca, il quale governa e regola i movimenti di tutta