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fumi aromatici. Crescono colà il mirto, il rosmarino, la ruta, il citiso, l’albatro; i roveti, l’edera, la clematite, si avvitichiano alle rovine, le ricoprono, ed il ginestro co’ suoi fiori gialli d’oro occupa tutte le alture. Se non chè, la più bella pianta dell’isola, quella per avventura alla quale va debitrice del suo nome, non è punto il caprifoglio, o piede di capra, ma bensì il cappero; desso sorge contro ogni muro, contro ogni rupe, rallegrandoli co’ suoi abbondanti fiori bianchi, dai lunghi pistilli violacei. Sulle pendici stesse, gli abitanti con grande lavoro hanno formati a forza di muri piccoli piani, i quali costituiscono i loro campi, ed i loro giardini. Ivi crescano tutte le piante, tutti i fiori della Campania, gli elci, i gelsi, gli olivi, abbondanti e vigorosissimi; scarseggiano i pini, ed i cipressi, ma vi abbondano per contro le carubbe, i fichi, i mandorli; sono scarsi i noci, ed i castagni; abbondantissimi per contro, e di una inarrivabile bellezza, gli arranci ed i limoni, i cui frutti raggiungono non di rado il volume della testa di un bambino. La vite non vi è lussureggiante di fronde come nella Campania, ma ricca di grappoli, i quali maturati da quel sole ardentissimo, producono un vino stupendo. Quelli poi che danno alla piccola isoletta un aspetto del tutto siciliano, sono i fichi d’India, numerosissimi. La loro forma bizzarra, del tutto africana, corrisponde meravigliosamente alla severità delle roccie, allo splendore di quel sole tropicale.

II.

Nella stessa guisa che la natura colle sue forme, colle sue tinte, contribuisce a rendere eminentemente poetica quest’isola magica, fantastici parimenti, e degni di un idillio vi compaiono gli abitanti. La cittaduzza di Capri, la quale giace sopra una depressione del monte fra le colline di S. Michele e del Castello, ha aspettato sommamente originale. Le case piccole e bianche, hanno

F. Gregorovius. Ricordi d’Italia. Vol. I. 14