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Commodo vi furono mandate in esilio Crispina sua consorte, e Lucilla sua sorella, secondo quanto narra Dione Cassio, e come venne confermato da un basso rilievo scoperto a Capri nel secolo scorso, il quale rappresenta le due principesse nella mesta attitudine di chi domanda protezione.
Furono in seguito le sorti dell’isola uguali a quelle delle spiaggie vicine. Dopo la caduta dell’impero romano, venne come Napoli in possesso prima dei barbari, poscia dei Greci, e nel secolo IX passò sotto la signoria della fiorente repubblica d’Amalfi, la quale la ottenne in dono dall’imperatore Ludovico.
Col principiare della signoria dei Normanni nell’Italia meridionale, Capri venne tolta agli Amalfitani dal prode Ruggero in Sicilia; quindi fu posseduto dai Normanni, dagli Hohenstaufen, dagli Angioini, dagli Aragonesi, e retta dai Capitani. Nel 1806 gl’Inglesi la tolsero ai Napoletani, la occuparono in nome di Ferdinando re di Sicilia, vi si fortificarono accuratamente e vi posero a comandante quell’Hudson Lowe, il quale era destinato ad acquistare più tardi triste celebrità, nella qualità di carceriere di Napoleone a S. Elena. Tennero gl’Inglesi l’isola quasi tre anni, in fino a tanto che se ne impadronirono i soldati di Murat con un ardito colpo di mano. Lo storico Pietro Colletta, in allora ufficiale del genio, fu quegli che dopo di avere esplorata accuratamente Capri, segnò il punto dove fosse possibile salire all’assalto. L’isola fu presa il 4 ottobre 1808 dopo viva lotta, ed Hudson Lowe, fatto prigioniero, fu portato a Napoli.
Basteranno questi brevi cenni a dare una idea delle vicende storiche di Capri. Se non che, di tutti questi avvenimenti più recenti, scarsa ricordanza si serba nella popolazione dell’isola. Colui che vive tuttora di più nella memoria, si è il crudele Tiberio e spesso mi faceva strano senso udire risuonare quel nome terribile, sulle labbra di allegri ragazzi, i quali si stavano divertendo. Lo si sente ad ogni istante in qualunque punto dell’isola, imperocchè