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allegre canzoni, si crederebbe di vedere passare una processione di Menadi o di Baccanti.

Entriamo ora in una ampia sala della via Claudiana, che il proprietario ha decorata con una cura particolare. Pendono dalla volta ghirlande di fiori, altre corrono lungo i muri, altre sostengono un lampadario. Non mancano striscie di carta d’oro e d’argento, nè numerose lampade a colori. La decorazione ha qualcosa di campestre, il suolo è nero come la terra, e per di più disuguale; i musicanti sono di già al loro posto, con i loro stromenti, tamburini e mandolini, attorno alle pareti seggono i modelli, liberi questa volta della loro immobilità, pieni anzi di vivacità e di brio. Parecchie vengono dal corso, dove sono state sedute sopra scranne prese a nolo lungo i palazzi, a ricevere od a distribuire fiori. Le madri accompagnano le lore figliuole al ballo, imperocchè tutti i modelli che hanno cura della loro riputazione, sono sempre accompagnati dalle loro madre, anche quando si recano nelle accademie per essere copiate e disegnate.

La società è molto variata, imperocchè vi giungono pure dal corso numerose maschere di second’ordine, e la sala non tarda ad essere invasa da forastieri di ogni nazione, i quali vogliono vedere ballare i modelli. La decenza naturale, i modi piacevoli e disinvolti di queste povere ragazze sono propriamente sorprendenti; la finezza naturale del popolo italiano si trova sempre e dovunque in tutte le classi della società. Se questo ballo nel quale i modelli ballano con trasporto, durasse pure fino a giorno chiaro, lo spettatore non vi potrebbe mai osservare un atto meno conveniente, nè che varcasse sovratutto i confini della decenza.

Sono tutti briosa ed allegra gioventù, la quale gode nel ballare; ed è un vero piacere contemplare la vivacità e la grazia dei loro movimenti, non che il loro aspetto di gioia e di contentezza. Chi non avesse mai assistito ad un ballo nazionale nei paesi meridionali, o vi avesse veduto soltanto le feste del gran mondo, e le assurdità dei