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lesse fare un regalo, e quando gli spiegammo che poteva avere le due cose, il danaro e la candela, allora prese il baiocco, ritirando però timoroso e quasi piangendo la sua candela dalla portata delle nostre mani. «Che stupendo ragazzo, disse il forastiero, è l’innocenza stessa!» Per me fu uno spirito luminoso, che mi trasse fuori dall’impressione orribile del purgatorio, e mi liberò dai fantasimi.
In una qualche parte delle chiese superiori a quelle cappelle mortuarie, od anche nei cortili annessi, sovra un palco eretto appositamente, si sogliono rappresentare con figure in cera storie di martiri, o fatti tolti dalla Bibbia. Il popolo accorre a tali rappresentazioni, colla stessa curiosità e con soddisfazione uguali a quelle, con cui presso di noi nelle campagne si accorre ai gabinetti di figure in cera, le quali fin dai tempi remoti espongono gran parte dei fatti dell’antico Testamento, e sovratutto quello eminentemente popolare, del giudicio di Salomone. Se la persona principale rappresenta si è un santo od un martire, non mancano divoti i quali loro rivolgono le loro preghiere, e le loro supplicazioni, particolarmente per ottenere la liberazione delle anime dei loro cari, dalle pene del purgatorio. Più di un baiocco e di un soldo cade nel bacino di rame, collocato alla porta od a fianco del palco su cui sorgono le figure. Spesso ancora un chierico va su e giù davanti al palco, scuotendo una grossa borsa che tiene in mano, e facendo risuonare le monete in essa contenute, per animare la carità dei fedeli.
Nella cappella alla Morte si era rappresentata una scena tolta dalla vita di S. Agnese. La giovane martire bionda, ricciuta, compariva nelle nuvole vestita di veli finissimi quasi trasparenti, e la veneravano inginocchiati tutti attorno i membri della sua famiglia. L’atteggiamento delle figure la vivacità dei colori coi quali erano queste dipinte, facevano prova dell’impegno posto dalla confraternita la quale aveva ordinata la rappresentazione, perchè questa non fosse inferiore a verun’altra, ed anzi riuscisse