Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
- 137 - |
sua villa, la quale più delle altre splendide sue possessioni, gli consentiva la solitudine ed il riposo. Poco prima della sua morte era qui venuto, ed anzi Astura gli fu fatale. Vi si era rifugiato nella primavera, non sì tosto aveva saputo di essere portato sulle liste di proscrizione; Plutarco narra che vi si era imbarcato per fuggire nella Macedonia presso Bruto, ma che vacillando nella sua risoluzione, era tosto ritornato a terra. Nella intenzione di portarsi a Roma per tentare di muovere a compassione il cuore di Ottaviano, partì da Astura prendendo la via della città, se non che fatti appena dodici miglia, colto dalla paura, tornò improvvisamente addietro. Salito allora in una lettiga si fece portare verso Gaeta, ma raggiunto per istrada, al punto che si additta tuttora oggidì, dai cavallieri che lo inseguivano, venne da questi trucidato.
Strana coincidenza! Ottaviano alla sua volta colse nella stessa Astura, a quanto narra Suetonio, il germe del male che pose fine a suoi giorni. Venne quivi poco prima di sua morte nell’ultimo suo viaggio in Campania «Principiato il suo viaggio venne in Astura, ed essendosi trattenuto contro la sua abitudine all’aria libera per godervi il fresco, fu colto da dissenteria che fu il principio della sua infermità». Dopo breve stanza a Capri, morì a Nola.
Non è cessata però ancora con questo l’influenza fatale di Astura. Anche il successore di Augusto, Tiberio quivi ammalò poco prima della sua morte. Ecco le parole di Suetonio, «Ritornò in tutta fretta dalla Campania, e giunto in Asturia vi cadde ammalato. Riavutosi alquanto, s’imbarcò per il capo di Circe.» Aggravatosi ivi il suo male, colto dalla paura s’imbarcò di bel nuovo, e senza potere arrivare a Capri, scese a terra al capo Miseno, dove cessò di vivere.
E che cosa dovrà dirsi, quando si sappia che anche su di Caligola, successore di Tiberio, esercitò Astura la diabolica sua influenza? Imperocchè Caligola sbarcò quivi poco prima della sua morte, e Plinio narra, «Trovossi appeso un piccolo pesce, chiamata Remora al timone della