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cupo. Il golfo termina a diritta in una stretta penisola sulla quale sorge in bella posizione col suo porto la città di Portoferraio, detta anticamente Argo, e più tardi Cosmopoli, degno ricordo del fortunato Cosimo I dei Medici e prigione di Napoleone.

Giunsi nell’isola coll’idea di entrare in un idilio storico. Le linee grandiose ed imponenti del golfo hanno un non so che di solenne, di maestosamente tranquillo; la città sulla sua penisola, piccola, di aspetto grazioso propriamente toscano, compare pittorica, solitaria, segregata affatto dal tumulto, dai rumori dei mondo.

Le strade sembrano adossate le une alle altre, sono però visibili; le piccole piazze, i giardini di agrumi i quali si scaglionano sui monti, invitano a prendere ivi stanza. Tutta la città è di un colore giallo, la cui tinta calda si associa meravigliosamente al verde degli alberi, all’azzurro del mare. Vero soggiorno ad un principe spodestato, per dettarvi suoi ricordi!

Le torri stesse ed i tre forti della Stella, del Falcone, e del Castello Inglese, non hanno punto aspetto severo. Ai piedi di questi giace il porto, bello e sicuro, circondato da calate di buona costruzione, opera di Cosimo dei Medici. Si entra in città per la bella porta della Tromba, che sorge a metà del porto, e sulla quale si può leggere la seguente iscrizione magniloqua,

TEMPLA MAENIA DOMOS
ARCES PORTUM COSMUS MED. FLORENTINORUM DUX II.
A FUNDAMENTIS EREXIT A. D. MDXLVIII.

Il fortunato Cosimo, pertanto, ha qui fatto tutto; chiese, mura, cittadella, case, porto, e non ha lasciato più altro a costrurre a Napoleone, fuorchè la casa di villeggiatura del novello suo impero.

Il battello tocca ormai la scala per la quale s’imbarcò quest’ultimo per la Francia colla sua guardia, scena che l’imaginazione si è rappresentata le tante volte, e che si