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Hohenstaufen, Corradino, e dove il traditore Frangipani lo tenne prigione e lo consegnò nelle mani di Carlo di Angiò, avido di sangue. In quella rocca precipitò in mare il sole degli Hohenstaufen. Questo castello di Astura mi sta di continuo davanti agli occhi dalla mia finestra, mi richiama con desiderio al pensiero, all’idea della patria lontana, e mi conferma vieppiò nella disposizione di animo in cui mi aveva portato già la vista di questa spiaggia. Non ho potuto aver pace, se non dopo essermivi recato un giorno, dopo avere visitate le antiche sue mura, ed ora posso contemplare tranquillamente i suoi merli. Ed anche su questi voglio salire ancora, intendendo tutto vedere in questi dintorni, poichè gli Dei mi furono larghi di questi ozi.

Quando i patrizi Romani si portavano a vileggiare in Anzio, la città era vasta, ed il porto in fiore. Nerone lo aveva costrutto splendidamente, ed oggidì tuttora si scorgono in fondo al mare le reliquie di un grandioso molo in pietra, visibili quasi altrettanto, che quelle del così detto ponte di Caligola, nel golfo di Pozzuoli. Se non che fin dal medio evo il porto cominciò andare in rovina, e riempirsi di sabbie; la città poi, saccheggiata prima dai Saraceni, fu rovinata poi da un terremoto, ed ora Anzio non può dirsi più che un villaggio. Nel 1700 Innoncenzo XII prese a rinnovare il porto, ristaurò la strada, costrusse alcune case, ed una fontana. Dopo d’allora i Papi vi vennero di quando in quando per godervi tranquillità, prima che dalle paludi pontine sorgano i miasmi che portano le febbri. Pio IX fece acquisto di recente della bella villa edificata nel 1710 dal famoso cardinale Alessandro Albani, dove si trattenne alcun tempo Winckelmann, nella compagnia di lui e della principessa Albani. Cogli scavi fatti qui praticare, il cardinale non fece soltanto un eccellente affare, ma riuscì ancora ad ornare la sua villa in Roma di varie e belle statue. La sua villa di Anzio è un palazzo signorile nel gusto dell’epoca, il quale sorge nel mezzo di un vasto giardino, ora però mal tenuto, povero di fiori