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I.

Le spiaggie del mare latino non distano da Roma che un cinque ore; tre volte per settimana un omnibus vi porta le persone, le quali vogliono trattenersi per alcuni giorni a Nettuno od a Porto d’Anzio per passatempo, o che si recano colà per prendervi i bagni, o per imbarcarvisi per Napoli. Sono tuttora, come ai tempi degl’imperatori, quelle spiaggie sito di ritrovo e di passatempo per i Romani, e sta negli usi della vita romana lo andare una volta almeno nell’anno a Porto d’Anzio come pure a Tivoli, a Frascati, ad Albano, per dimenticarvi Roma, imperocchè il soggiorno continuo della città anche la più stupenda, alla lunga può stancare.

Ebbi a provarlo sul finire della primavera del 1854. Dopo che il scirocco, vero flagello di Roma, aveva soffiato per ben otto settimane sulla città, e quando ne uscii il 24 giugno di buon mattino verso le cinque, mi parve respirare più liberamente. Splendeva un sole bellissimo, la strada era già affollata di persone le quali tenendo fiori in mano si avviavano alla basilica Lateranese, la cui piazza bellissima sembrava diventata un mercato di fiori, imperocchè ricorreva il S. Giovanni, una delle più frequentate fra le tante feste di Roma.

Venuti nella campagna spirava un’aria dolcissima, le praterie erbose scintillavano tuttora di rugiada notturna, ed i campi erano ricoperti del grano falciato di recente, il quale in questo anno ha reso il venti per uno.