Pagina:Ricordi e documenti delle biblioteche popolari Livornesi dalla loro fondazione a tutto il 1869.djvu/71


( 65 )


istituzioni non possono aver durevole vita, né produrre benefici frutti. A questo fine pertanto venivano istituite le scuole tecniche, aperte in ogni luogo le scuole primarie e le infantili. Ma però bisogna confessare che molto poco si è fatto per provvedere di coltura l'adulta popolazione, se si tolgano le scuole serali, le quali bene scarsi frutti potranno dare, dove a quelle non faccia seguito la istituzione che il Guizot volle chiamare «di complemento alla nazionale educazione» la Biblioteca popolare.

L’utilità somma di questo Istituto, quando pure non fosse dimostrata dai felici resultati ottenutisi in Inghilterra, in Germania, nel Belgio, in Francia e nell’America, ove da anni ha vita, è agevole il comprenderla, se sì considera che tende al doppio scopo di moralizzare e d’istruire il popolo. Anche in Italia oggi si principia a riconoscere l’importanza di tale istituzione, ma ancora non si tiene in gran conto l’apostolato del libro. Si parla sempre dell’azione della parola che insegna, e non si parla o si parla poco della parola scritta che sotto forma di libro entra nella casa e ragionando colla famiglia dà per resultato lo scoprimento del genio anco sotto le rozze vesti dell’artigiano. Di fronte a questi vantaggi sarebbe desiderio che le Biblioteche popolari sorgessero per ogni canto d’Italia, ma esse dovrebbero venire mediante l'azione potente dell’associazione. Fino ad ora si è aspettato tutto dal Governo, ma un popolo che respira aure di libertà deve operare da sé, e tanto più quando si tratta di provvedere a’ proprii bisogni. Il popolo nostro non dee aspettar più il cenno de’ suoi amministratori, perchè deve sapere che la ingerenza delle autorità in tali istituzioni potrebbe qualche volta esser perniciosa al loro incremento.

Gli sforzi di un popolo che vuol provvedere al proprio miglioramento, sono sempre coronali da prospero successo. Gli abitanti di Manchester ce ne offrono un esempio. Fino dal 1840 varii operai per mezzo di sottoscrizione fondarono il cosi detto Palazzo della Scienza popolare, e per opera di alcuni filantropi, gli artigiani lettori ebbero in breve ben 12 mila volumi che portati in seno alle famiglie recarono frutti maggiori di quelli che recar poteva una Biblioteca consultiva che avesse avuto qualche milione di libri. Al presente il Palazzo della Scienza ha più