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da loro ben ragione di attendere soccorso e cooperazione. A me bastò che ne risconoscessero la importanza.

Ogni ordine di cittadini aveva colle oblazioni cooperato alla mia impresa; mancava l’Esercito che in altre occasioni erasi mostrato a simili opere sommamente propenso. Feci ricorso allora alla R. Scuola Normale dei Bersaglieri, che non appena ricevuto il mio invito offeriva circa Lire 41, somma raccolta fra ufficiali che amano il miglioramento morale di quel popolo, in mezzo al quale vivono.

In occasione degli sponsali di S. A. R. il Principe Umberto colla Serenissima Principessa Margherita, il Comitato deliberò, dietro mia proposta, d’inviare in Firenze una Commissione per presentare al Patrono delle Biblioteche popolari Livornesi un Indirizzo di felicitazione. I membri della Commissione predelta ebbero l’onore di essere ricevuti dal Principe, il quale si degnò intrattenerli lungamente a parlare della importanza grande della istruzione e nel congedarli faceva caldi voti, acciocché presto venisse inaugurato V Istituto, del quale Egli era il Patrono.

Il Municipio di Livorno, sempre primo nel promuovere la istruzione popolare e nel concorrere a quelle imprese che sono di utilità pubblica, a proposta del cav. avv. Guglielmo Borghini, allora Assessore, concedeva un sussidio di Lire dugento.

Il 16 aprile 1868 fu eletta una Commissione per la compilazione dello Statuto. Essa ben presto si mise all’opera e in men di dodici giorni potè presentare al Comitato un progetto di Statuto, il quale dopo poche modificazioni veniva approvato.

A differenza degli Statuti dì altre simili Società, in questo sono stabilite due qualità di soci, cioè i fondatori, che contribuiscono lire cinque d’entratura e centesimi sessanta al mese; e gli ordinari, che pagano mensualmente una quota di centesimi trenta. Tutti i cittadini d’ogni ordine e condizione, purché non siano stati condannati per crimini e delitti e che non tengano una condotta riprovevole, possono far parte di questa Società. Dalla classe dei soci fondatori viene tratto il Consiglio Direttivo. Coloro poi che verranno in aiuto alla istituzione con ragguardevoli offerte o che con eminenti servigi le sieno stati utili potranno esser nominati soci benemeriti.