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Questa Società, oltre a promuovere e sussidiare la istituzione delle Biblioteche, dovrebbe proporsi ancora: 1.° di fornire alle Biblioteche, già esistenti, i libri più adatti all’ educazione del popolo; 2.° di fondare un giornale che dovrebbe avere in mira l’apostolato di esse, far la cronaca dei loro progressi e dar consigli e norme efficaci a istituirle e propagarle; 3.° d’incoraggiare con medaglie e attestati d’onore quegli operosi cittadini che se ne facessero promotori. Tale Società non dovrebbe dimenticare il più rustico e remoto Comune, la più piccola borgata, il più misero villaggio. Ecco quale dovrebbe essere il programma di questa Associazione Nazionale che mi auguro di veder presto iniziata.

Dalle Biblioteche popolari l’operaio, il contadino, il negoziante, apprendano ad esser buono ed intelligente il primo, buono e laborioso il secondo, onesto ed avveduto 1’ altro. In tal guisa soltanto avremo istruito, educato e moralizzato il popolo, l’avremo messo per la via del progresso.

Non istaró a parlare della grandissima utilità pubblica che tornerebbe al Paese, quando questa grande Associazione Nazionale avesse iniziata la sua opera. All’ Italia si sarebbe affrettata la floridezza e la prosperità , si sarebbe vinta l’ ignoranza popolare, il peggiore e il più terribile suo nemico.

Le Biblioteche popolari sono da tutti tenute come necessarie, che anzi il difetto di esse è la causa principale, onde rimasero sconosciuti gl’ingegni, ai quali unico impedimento a manifestarsi fu il disagio della fortuna. Senza le Biblioteche circolanti l’istruzione e Y educazione del popolo saranno sempre monche ed impossibile il pieno incremento delle forze intellettuali; inutili riusciranno le scuole elementari e quelle degli adulti. Il celebre Giovanni Macé ben disse: „Nulla vale il saper leggere; se nulla si ha da leggere.”