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90 | un’escursione nei quartieri poveri |
giovani teste bionde che avevano conservato ancora un’aria d’innocenza, ed innanzi a tanta miseria mi rammentai involontariamente quei bei versi del poeta: «Oh! non insultare mai una donna che cade! Chi sa sotto qual peso la povera anima soccombe? Chi sa quanti giorni la sua fame ha combattuto?»
Il signor Price volle proprio interrogare in nostra presenza quelle piccole mendicanti. Essi mostrarono le loro teste, che aveano sempre tentato di nascondere, non sotto le lenzuola, che non erano abbastanza lunghe, ma fra le loro mani. E poi mettendosi a sedere sul letto, incrociarono pudicamente le due braccia sul petto, e finalmente fissarono sopra di noi uno sguardo di estrema dolcezza. Vi si leggeva come una specie di sorpresa ingenua, e quei tre giovani volti riuscivano a tutti noi veramente simpatici.
«Come vi chiamate, signorine? domandò loro l’ispettore con gentilezza riservata che gli Inglesi hanno per la donna in ogni circostanza.
— Io, Mary, le mie amiche Betzy e Jenny, rispose una di esse più rassicurata delle sue compagne.
— Quanti anni avete?
— Sedici e diciassette.
— Avete ancora i vostri genitori?
— Non li abbiamo mai conosciuti.
— Perchè non lavorate?
— Avevamo del lavoro il mese scorso, ma ci fu tolto poi, a causa della stagione morta, e ne cercammo invano altrove.
— Dove lavoravate?
— In una bottega di cucitrici.
— Ed ora cosa fate?
A questo punto, un silenzio che ci fece male. Le poverette domandavano l’elemosina, cercavan fra le immondizie delle vie qualche cosa da rivendere, e soventi da mangiare, e la notte pel modico prezzo d’un penny venivano tutte tre in questo so-