Pagina:Ricordi di Londra.djvu/74

70 un’escursione nei quartieri poveri

giorno, in labirinti senza uscita, conosciuti dai soli frequentatori, e dai quali non saremmo usciti che completamente svaligiati. Ci arrendemmo a queste ragioni, e giudicammo conveniente, prima di cacciarsi in White Chapel, studiare un altro quartiere che fosse come la miniatura di quello. Un mattino andammo dunque alla gran scoperta soli, fidenti nella nostra buona stella, nel quartiere di Seven Dials, che fa una specie di macchia in mezzo a Londra, come una grossa macchia d’inchiostro sopra un foglio di carta bianca. Se Seven Dials non è infatti incastrato in mezzo a quartieri aristocratrici, esso è ciò nulla meno a dieci passi da Regent Street e da Piccadilly, due dei centri del mondo elegante, della fashion, come si dice al di là della Manica.

Seven Dials è propriamente il nome che si dà ad una piccola piazza di forma quasi circolare, e sulla quale vengono a sboccare sette vie convergenti (seven dials); il che le valse il suo nome. Entrate in una di queste vie, e vedrete che il ritratto piccante di Seven Dials, tracciato nei suoi Abbozzi da uno dei più grandi romanzieri e dei più fini osservatori del Regno Unito, Carlo Dickens (che scrivea allora sotto il pseudonimo di Boz), è veramente disegnato al vero.

Che fango lurido in quelle vie immonde, che monti di sozzurre!... che miserabili botteghe, dove ammassi di robe vecchie, raccolte chi sa dove, chi sa come, sono in mostra per una vendita immaginaria. Cenci schifosi di mille colori, ferravecchi corrosi dalla ruggine, ossa mezzo putrefatte, abiti e calzature antidiluviane. Un odore nauseante esala da quei luridi bugigattoli; poi vengono taverne infette donde escono come delle esalazioni di gin e di brandy che vi soffocano, e dove per una porta socchiusa si vede sui muri e sulle tavole una crosta di sudiciume nerastra e lucente, ivi deposta a poco a poco dagli avventori. Questa vernice di nuovo genere si è attaccata ai muri ed alle tavole formando con essi un solo tutto. Accanto alle taverne