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60 | ricordi di londra. |
La favolosa grandezza di Londra non si vede intera che scendendo e rimontando il Tamigi; il London-Bridge e la City scompariscono al paragone del porto; tutta la città di Londra rimpicciolisce.
Quando il bastimento partì splendeva il sole e l’aria era limpida. Si entrò in mezzo a due file di grandi bastimenti, si oltrepassò in pochi minuti quel dock di Santa Caterina, che abbraccia lo spazio occupato una volta da dodici mila abitanti, e serve di porto ai bastimenti che vengono dalla Germania, dai Paesi Gravesend. Bassi, dalla Francia e dalla Scozia; si lasciarono addietro quei London-Docks che contengono nei loro bacini trecento bastimenti di alto bordo e nei loro magazzini duecento mila tonnellate di mercanzia, e danno lavoro a tre mila operai di tutti i paesi del mondo; e si andò innanzi rapidamente, rasentando i bastimenti, i piroscafi di rimorchio, i barconi, le navi d’ogni forma che vanno e vengono per il largo fiume. Per un po’ di tempo, lo spettacolo non è straordinario. Mucchi enormi e file sterminate di sacchi, di botti, di casse, di balle che ingombran le rive, le dighe, i ponti, le imboccature delle strade; lunghissimi muri di cinta, infinite case nere, e per tutto fumo di officine, moto