Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
40 | ricordi di londra. |
dendo per una scala a chiocciola illuminata, che si sprofonda nella terra, sulla riva destra del Tamigi, di fronte alla Torre di Londra. Discesi, discesi, fra due pareti fosche, fin che mi trovai dinanzi all’apertura rotonda del gigantesco tubo di ferro, che ondeggia come un gran budello nel ventre enorme del fiume. L’interno di questo tubo si presenta come un corridoio sotterraneo, del quale non si vede la fine. È rischiarato da una fila di lumi a perdita d’occhio che mandano una luce velata, come lampade sepolcrali; vi è un’aria nebbiosa; vi si va per lunghi tratti senza incontrar nessuno; le pareti sgocciolano come i muri d’un acquedotto; l’intavolato si move sotto i piedi come il palco d’un bastimento; il passo e le voci della gente che viene incontro, mandano un suono cavernoso, e si sentono prima che la gente si veda; le persone, da lontano, paiono grandi ombre, v’è in fine non so che di misterioso che senza far paura mette in cuore una vaga inquietudine. Quando poi si è giunti nel mezzo, e non si vede più fondo nè di qua nè di là, e regna un silenzio di catacomba, e non si sa quanta strada rimanga da fare, e si pensa che s’è giù nell’acqua nella profondità oscura del fiume dove spirano i suicidi, e che sul nostro capo passano i bastimenti, e che se s’aprisse una crespa nella parete, non si avrebbe più il tempo di raccomandar l’anima a Dio, in quel momento, oh come par bello il sole!
Credo che avevo fatto poco meno d’un miglio quando arrivai all’opposta imboccatura sulla sinistra del Tamigi; salii per una scala gemella di quell’altra, e riuscii davanti alla Torre di Londra.
Questi monumenti esecrabili della crudeltà e della sventura umana mi ispirarono sempre una ripulsione più forte della curiosità; ma ricordando i nomi di coloro che morirono fra quelle mura, mi sentii forzato ad entrare. Appena passato il primo recinto, le memorie terribili si affollano. Il castello, costrutto in