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ricordi di londra. 33

III.


Il breve tragitto dalla stazione di Vittoria al palazzo di Cristallo offre la varietà d’un lungo viaggio. Si passa prima in mezzo ad altri treni rapidissimi sur un largo ponte, che è come una piazza sospesa sul Tamigi, sulla quale le rotaie si incrociano tanto fitte da presentare una superficie quasi continua di ferro. Si passa accanto al grande parco di Battersea. Poi è un seguito di stazioni, di gallerie, di opifici circondati da centinaia di case di operai, che formano come dei villaggi dentro la città: tutte le case d’una sola forma e d’un solo colore, ciascuna col suo piccolo orto, e sciami di bambini da ogni parte. Poi altri parchi, ossature di edifici enormi, abbozzi di piccole città che saranno finite e popolate fra mesi, magazzini, giardini, castelli, cimiteri, e fin dove arriva la vista, grandi mucchi di materiali da costruzione che predicono altre città di là da venire. Sotto i tunnel, sulle travi delle tettoie, fin sui comignoli, fin sugli alberi, fin sulle prode della via, una prodigiosa diffusione di annunzi ciarlataneschi, che vanno a soverchiarsi l’un l’altro come grida di venditori in un mercato, e danno al