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32 | ricordi di londra. |
di sfogarmi a chiacchere, dopo aver viste tante cose senza poterne dir una! Non sapendo che far altro, mi misi a preparare i paragoni e le immagini di cui mi sarei servito, a casa, per dare un’idea della grandezza di Londra; e poiché da molti giorni non facevo che sfogliettar Guide e domandar ragguagli a quanti incontravo, così non mi mancava la materia.
Sappi dunque, — dicevo a una seggiola incaricata di rappresentare un amico intimo, — che Londra è lunga sedici miglia e ne riquadra trentacinque; che i borghi che via via le si aggregano, contano la popolazione di Firenze, come Greenvich, o la popolazione di Roma, come Chelsea, o la popolazione di Marsiglia, come Hackney; che solo coi servitori che sono a Londra si fa un esercito più numeroso che l’esercito italiano in tempo di pace; che colle fiammelle a gaz che illuminano le sue dieci mila strade si rischiara una strada lunga la quarta parte della circonferenza della terra; che contando che ci vogliono dieci litri di birra per ubbriacare un tedesco, colla birra che si beve in un anno a Londra c’è da ubbriacare due volte tutto l’esercito germanico sul piede di guerra; che mettendo l’una dietro l’altra tutte le bestie da macello che si mangiano in un anno a Londra, si fa una fila continua che attraversa tutta l’Europa dallo stretto di Gibilterra fino all’estremità settentrionale della Russia; che colle ostriche che s’inghiottiscono in un anno a Londra, si copre tutto il campo di Marte di Parigi, col ponte di Jena e la piazza del Trocadero; e che sul Ponte-di-Londra passano giorno per giorno venti mila carrozze.
La mattina seguente andai a vedere il Palazzo di Cristallo.