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ricordi di londra. 21

glia e l’ordine d’una smisurata officina; e poi l’oscurità del cielo, la tetraggine degli edifizi, il silenzio della folla, la gravità dei volti, che dà allo spettacolo non so che aspetto misterioso e doloroso, come se quell’immenso moto fosse una necessità fatale e quell’immenso lavoro una dannazione. Stanco e sbalordito, mi cacciai in una birreria, e tirando un gran respiro: — Ma che Somerset-Haus (Palazzo Somerset). mondo è questo? — mi dimandai; — ma come si può vivere in questa maniera?

Poco dopo, mi rimisi in cammino e arrivai sulla piazza di Trafalgar, ch’è nel centro del quartiere più frequentato dai forestieri. Mi piacque l’altissima colonna che sostien ritta nella nebbia la statua del bravo Nelson, e ammirai i quattro enormi leoni che le fanno corona; ma lo square, forse perchè lo paragonai alla piazza della Concordia di Parigi, mi riuscì al disotto