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pauperismo scomparirà, e non si dirà più esservi come al presente in Londra centoventi mila individui senza letto, ladri, truffatori, pick-pockets, vagabondi o mendicanti; e che ogni anno nei tre regni si contano fino al di là di dieci mila fanciulli al disotto di dieci anni condannati per crimini o delitti. Qual bosco di banditi diventerebbe il Regno Unito, e quale incessante minaccia sarebbero per la società europea queste classi abbiette, se non esistessero le colonie, questo immenso scolatoio della Gran Brettagna! Soltanto l’emigrazione irlandese per gli Stati Uniti, l’Australia e le Indie trasporta ogni anno al di là dei mari cento mila poveri; ma le colonie non possono bastare, giacchè non tutti, anche fra la gente disperata, acconsentono ad espatriare al di là dei mari. E d’altro lato noi vedemmo la poca efficacia degli altri palliativi adoperati contro il pauperismo. Le casse d’assistenza, di risparmio, di soccorso, non rimedierebbero esse stesse che incompletissimamente al male. Bisogna tagliarlo alla radice; bisogna impartire l’educazione al povero fino dalla sua più tenera infanzia. Si elevino nella gran città delle scuole, scuole gratuite, scuole della domenica, scuole dei poveri (ragged schools), le si chiamano come si vuole; e mentre si insegna gratuitamente ai fanciulli, si aprano anche delle scuole serali gratuite per gli adulti, uomini e donne, e non si tarderà a provare i benefici effetti dell’istruzione così liberamente, così largamente sparsa nel popolo! Un gran passo fu fatto, senza dubbio, ma resta a farne uno più grande, e non saranno certo gli Inglesi, che non si fermano mai, una volta che si son messi sopra una buona strada; non saranno essi che esiteranno di andare fino alla meta.

Bisogna aggiungere che un altro buon mezzo per moralizzare le classi miserabili è pur quello di procurar loro dei divertimenti innocenti e morali allo stesso prezzo di quelli forniti dai perniciosi stabilimenti che essi frequentano. Mayhew insiste sopra questo punto. Si moralizzi dunque il popolo istruendolo e