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di londra. | 107 |
bour and London poor. Londra operaia e Londra povera, denuncia senza riguardo agli abitanti della ricca metropoli tutte le vergogne delle loro piaghe sociali.
Ma quali palliativi si potrebbero applicare a tanta miseria? Il pauperismo è desso un vizio irrimediabile, una piaga che le società moderne devono accettare senza speranza di esserne mai liberate? Le grandi città sono forse invariabilmente condannate ai tristi spettacoli di cui Londra ci presentò or ora un saggio? Ecco ciò ch’io domandava a me stesso ritornando dalla mia escursione notturna in White Chapel, e mi sembra che, per poco si preoccupi del movimento sociale e della vita morale dei popoli della nostra epoca, ciascheduno dei nostri lettori deve farsi la stessa domanda. Qual è dunque il più sicuro mezzo di arrivare alla rigenerazione delle classi povere? Io ne vedo uno soltanto che sia incontrastabile: l’istruzione, l’educazione! Gli Inglesi fecero molto in questo senso, ma meno ancora della Svizzera e della Germania. Nella Svizzera ci sono perfino dei cantoni dove non esistono poveri. Le istituzioni pie, come le sale d’asilo, i work houses, i ricoveri di mendicità, le società di beneficenza, non possono che apportare un rimedio al male; ma non lo arrestano alla sua sorgente; e poi non giovano ai poveri vergognosi, che arrossiscono di mettere in mostra la loro miseria, d’implorare apertamente il soccorso altrui. Le società di temperanza non correggono mai che la minima parte dei beoni; le società bibliche, i sermoni a cielo aperto, che sono tanto in uso a Londra1, non restituiscono punto il sentimento
- ↑ I sermoni all’aria aperta sono uno degli spettacoli che sorprendono maggiormente il forestiero di fresco arrivato a Londra. Tutte le sere, e soventi durante il giorno alla domenica, sui passeggi, sulle piazze più frequentate, nelle vicinanze degli squares, certi uomini dal volto austero, vestiti di nero, in cravatta bianca, il capo scoperto, una Bibbia sotto il braccio si mettono a leggere ed a predicare. In sulle prime li ascolta un passaggiero, poi due, infine la folla si accalca, le carrozze si fermano, uomini e donne,