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quartieri, si potrebbero paragonare ad una di quelle città del medio evo, che i governi circondavano di mura per proteggerle contro il nemico esterno, ma che per incuria, nella loro ingenua ignoranza, abbandonavano all’azione mortifera delle epidemie. Le ultime case della città nascondono a guisa di bastioni le vie di White Chapel, dove non si penetra che attraverso gallerie tortuose praticate sotto le vôlte o tra i muri umidi dei cortili: è una città intiera riservata esclusivamente ai pedoni. Dopo che la febbre ebbe decimato la popolazione, si decise la costruzione di smaltitoi nelle vie principali, e quali vie! ma il trasporto delle immondizie non si fa ancora che una volta la settimana; per sette giorni le si ammucchiano sulla pubblica via, che di tal modo si copre d’uno strato permanente di letame.»

Da queste poche righe prese a caso negli Studii sopra l’Inghilterra si rileva che il quadro da noi fatto dell’aspetto dei quartieri poveri non è punto esagerato. Leone Faucher è certamente un testimonio degno di fede, economista prima di essere letterato, ed uno di quelli che non scrivono pel piacere di commuovere il lettore per mezzo di situazioni drammatiche, oppure con frasi sonore e periodi rimbombanti.

Passiamo ora ad un altro osservatore non meno esatto, non meno coscienzioso, e che col suo pennello sempre vero ci dipingerà gli abitanti di queste topaie orribili, di questi strani e tenebrosi recessi.

Chiunque visitò attentamente i quartieri popolosi e caratteristici della città di Londra, dice Esquiros nell’Inghilterra e la vita inglese, dovette incontrare queste parole scritte a mano o stampate sopra un cartello: «Buoni letti, — acqua calda in abbondanza, — gas tutta la notte.» La casa che porta questo cartello non si distingue punto, a dir vero, dalle altre case vicine, se non per carattere proprio di tristezza e di sporcizia. Qualche volta però la si riconosce ad un altro distintivo: le finestre, molto