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Paolo

Se giusto ei fosse, ai prieghi tuoi, già tempo,
Piegata avria la sua pietà! Chiamata
A le sedi del cielo, a le lucenti
Glorie del paradiso avria te sola,
Amatissima donna; e il soffrir mio
Fatto avria ben dei nostri falli ammenda.
Dei nostri falli! e che diss’io? Qual lieve
Nube di colpa a l’alma tua fè velo
Nei bei giorni terreni? Io solo, io solo
Rovesciai la fraterna ira sul tuo
Capo infelice, io ne la mia sciagura,
Nel mio morir, nel mio supplizio eterno
Crudelmente t’avvolsi, e questa è pena,
Che la mia disperata anima addenta
Così, che nulla in paragon può darmi
Pena maggior l’inferno tutto e il cielo.