Pagina:Ricordanze (Rapisardi).djvu/88

     Spenga giammai che la lussuria accese.
     Sorge acerbo e più fiero entro al lor petto
     L’insaziato istinto,
     E, dal dolor non vinto,
     Ei cresce più quanto più il corpo è inetto.
     (Si ode il mugghio della bufera e i gemiti dei dannati)

                    Urlate, urlate, urlate.
                    Voi che d’adultero
                    Foco d’amor bruciate!
                    Noi per quest’aria nera
                    Tessiam la ridda agli orridi
                    Fischi de la bufera!
               (Parte del coro incomincia una tregenda)


II.


Stolti! di tempra etema
Credon lor menti! Al Nume,
Che a noi, siccome a loro, usurpa il cielo,