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D’intorno a la mia dolce arpa si stende,
E l’auree corde son disperse e rotte.
Sol’una ancor sol’una
Corda rimane a la dolce arpa mia;
E allor che ne la bruna
Fossa cadrà quest’egra argilla oppressa;
Si spezzerà pur essa,
E flebilmente suonerà Maria.
Or mi lascia, in pietà. Come a ritrovo
Di libertà e di pace a morte, io corro;
Ne già son’io sdegnoso
Di mia sorte immatura,
Nè a te, cieca Natura,
Qual suole ignobil volgo,
Le mie vane querele
E il pianto mio rivolgo!
Ben tu su noi crudele