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     Pur grato al cor mi scende
Vostro tacito aspetto e la notturna
Aura e il sorriso de le stelle incerto.
Spesso muto e deserto, allor che trema
Su per le argentee ulive
Il verecondo albore
De la luna imminente, erro il viale
Del contiguo giardino,
O là m’assido a canto
D’un piccioletto fonte, arido come
Questi occhi miei cui pur negato è il pianto.
Quindi a la lunga io sento
Dal vecchio campanile
Russar querulo il gufo
Ed ondeggiare al vento
Del mesto legnajuol la cantilena.
Brillano a la serena
Le sparse lucciolette,