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     Ma la suave e mesta
Malinconia, che l’anime
Tempra ne l’onda d’un etereo duol,
     Cinta di bianca vesta
Ivi s’aggira, e a l’aure
Geme siccome vedovo usignuol.
     Ivi te vidi, o altero
Spirto che il dotto interpreti
Dei figli di Talìa riso immortal;
     E teco era il severo
Genio, cui di Melpomene
Sovra l’itale scene arma il pugnal.
     Di lieti plausi un suono,
Dolce compenso al vigile
Culto de l’Arte, intorno a te volò,
     E su l’etereo trono
La sacra musa italica
Nuova luce da’ bruni occhi raggiò!