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Se da la mesta e bruna
Vita, a più belle e vivide
Sfere poggiare il vol seppi talor,
È pregio e non fortuna,
Che su ’l mio fronte pallido
Segga una fronda di sudato allor.
Su quelle sfere, dove
Spiran del bello i liberi
Entusiasmi ed è perpetuo april,
Ivi di grazie nuove
Talìa sorride, e d’attici
Fiori diffonde il suo peplo gentil.
Scherzano, a lei d’intorno
La gioia alata e il florido
Riso d’alme serene unico re;
A l’immortal soggiorno,
Sacro a le Grazie ingenue,
L’empio livor mai non appressa il piè.