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Voluttuoso d’un’aërea forma
Fuggitiva con gli astri, ove a l’usata
Luce si svegli, doloroso intorno
Mira il povero letto e qualche pio
Volto che piange il dubitante amico,
Io deserto così, così dolente
Mi travaglio ne l’alma, or, che lontano
Dai pietosi occhi tuoi, riveggio il nero
Limitar de la mia stanza campestre,
E solingo m’aggiro ove altra cosa
Che ti guardi non è tranne il cor mio.
O mio diserto amor, fu dunque un vôto
Sogno la mia felicità? Ben sento
Sovra la bocca mia qualcosa io sento
Che di te mi favella; odo nei santi
Penetrali del cor la tua promessa;
Arde, sol ch’io ti nomi, arde il mio sangue
Un dolce ed infinito impeto, e come