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Le mie sciagure, e le torrò. Di strane
Non comprese speranze il canto aspersi,
E plauso ebbi di vate, e alcun non seppe,
Che chiusa avea la speme e il doman morto
Chi altrui la speme e l’avvenir schiudea.
     Tal io t’apparvi in pria: l’amor mi rese
Debol sì, ma non tal ch’altri conosca
Fuor di te il dolor mio: d’invidia degno
Esser io vuo’, non di pietà. S’io prego,
S’io mi querelo e maledico e piango,
Egli è solo per te! Povera barca
Senza temo, nè vela, a l’onde in preda
Correr meco vuoi tu la fredda, immensa
Solitudin dei miei fati infelici?
Insanguinar le delicate piante
Sovra i triboli miei? Sparger commisto
Al mio pianto il tuo pianto, e temprar l’ira
Che mi bolle nel cor negra e funesta,