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Larve e d’ombre mendaci e di paure
Ingombriam l’alme nostre, e qual più geme
E men leva la fronte al reo flagello
Quel virtuoso è più! Voto fantasma,
Virtù, vana parola, ove altro serto
Che di spine non hai, s’altra promessa
Dar non sai che del ciel, su questa terra
Che l’ossa nostre, e l’alme forse, inghiotte,
Nel nome de l’amor, ti maledico!
     Perdona, anima cara. Empio e crudele
Suona il mio dir; ma de le mie sventure
Vil lamento io non movo. Ad uno ad uno
Vidi cader da la mia fronte i fiori
De le speranze mie; morto il sorriso
De la rosea salute; e magra e lenta
Co’ suoi voti bisogni, al fianco mio
L’abbominosa povertà s’asside.
Divorai muto il pianto, e muto io tolsi