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Pei miei giorni infelici! Una secreta
Tenebra di dolor gravita e pende
Su ’l capo mio. Qual essa sia, qual fonte
Abbia il mio pianto e quali abissi il core,
Nè il so, nè il cerco. Una paura io sento
Fredda, crudel, ch’esser potria rimorso,
Se delitti avess’io! Morta è la fede,
Morta è la gioia in me: sorride e spera
Altri ove io piango; un’incessante, inqueta
Smania mi caccia; dove i passi io volga
Non trovo, e ciò che non è tedio o sdegno,
Dentro a l’anima mia diventa affanno.
Per non segnato ciel, per mondi ignoti,
Straniero al mondo, erra il mio spirto in cerca
Di non viste fantasme; e aspetto, e impreco,
Ed or me stesso, or pazzi gli altri estimo.
     Solo sull’orlo a questo vuoto immenso
Che universo si noma, a cui, se dànno