Pagina:Ricordanze (Rapisardi).djvu/164

La furtiva parola e il bacio primo,
Che di perpetuo amor l’alme ne avvinse,
E benedetti ad uno ad un gli affanni,
Ch’io per te soffro e soffrirò! Tal cosa,
Cara, tal cosa è l’amor mio, che nullo
O sgomento o pietà dammi di questa
Misera vita, che a tant’ira è segno,
Che anzi maggior di tutte ire mi rende,
E miglior di me stesso e più superbo!
     Ma qualor da lontan miro la stanza,
Ove a me nota ed al dolor tu vivi,
E rovesciar sul tuo capo infelice
Sento il fiel di tant’alme e tanta parte
De le tempeste mie, con fiero istinto
Guardo al viver mio vano, e spegner tutto,
Come vil face, l’esser mio vorrei!
     Odi, Giselda, e non ti faccia inganno
L’amor tuo santo, e la pietà ch’ài molta