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     Ai misteri del ciel mi spingo ardita,
Erro i campi dell’aria, e mi confondo:
Chi sa, se un sol tu sei, luce infinita,
                              Se sei tu solo un mondo!

     Forse lontane da quest’aure impure
Hanno l’anime in te gaudio perenne;
Occhio eterno del ciel, potessi io pure
                              A te drizzar le penne;

     E scosso il peso del natio dolore,
Ond’io vivo quaggiù stanca e delusa,
Circonfondermi anch’io del tuo splendore,
                              Essere in te confusa!

     E con l’arcana melodia, che ignora
Sol nel mondo l’abietta alma e la rea,
Così a la giovinetta anima allora
                              Il bianco astro dicea: