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Or pensoso d’amor canto a le stelle,
M’è pur caro talor spinger fra’ nembi
La musa, o tra l’impure ansie del mondo
Incorrotta portar l’alma e la cetra.
Dirai: Perchè de la plaudente scena
Paventasti il cimento? Arguto senno
D’accigliato Aristarco esalta indarno
Opra che pria non allettò gli orecchi
(Sien lunghi pur!) di Frine e di Narciso.
Ben hai ragion: Melpomene non balla
Su polverosi tavolini al lume
Di lucignoli incerti, e non si pregia
Star tra vecchi scaffali a pigliar mosche
Nel regal manto che le tesse Aragne.
Ma vuoi tu, d’eleganti attici sali
Maestro e caro de le muse alunno.
Vuoi che la sacra libertà de’ carmi
E le leggi, ond’ha vita unica il Bello,