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     Così tu regni. Poco
È al tuo possente imperio
Il vuoto e l’avvenir;
     Son tuo trastullo e gioco
Gli astri, gli abissi, i secoli,
L’albe e i tramonti, il vivere e il morir!
     Salve! Dal carcer nero
Ove, superbi Enceladi,
Veniam teco a tenzon,
     Al tuo nume severo
Prostro io la faccia, e trepida
Alzo la voce de la mia canzon!
     Salve! Se lieta e pia
Mai concedesti a l’italo
Genio un tuo raggio sol,
     Or da’ che questa mia
Natante isola il fulgido
Serto rinnovi, e levi inclita il vol.