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Sovra un povero arbusto! Un dolce io sento
Soavissimo spirito di pace
Scorrermi per le fibre intime, e come
Una memoria lungamente cara
D’un ben sempre sognato e mai raggiunto.
Come il ricordo d’un april fuggito
Sull’ali del più bello angiol d’amore,
Malinconicamente in cor mi parla
La gioia d’un perduto Èden, da cui
Sento che da gran tempo esule io vivo!

Paolo

M’abbandona ella già! Mai non la vidi
Trasfigurata in simil guisa! Al cielo
Tende, a modo di stanche ali, le braccia,
E nel fronte e nei cari occhi le splende
La presenza del Nume!

Francesca

                                        Ascolta, ascolta!