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Francesca
Veggio, parmi, un chiaror novo.
Paolo
L’offesa
Pupilla abbarbagliata il soffre appena.
Francesca
Ecco, l’aria s’accheta; una tranquilla
Serenità spandesi intorno... O raggio
Vivissimo del cielo, o luce, o santa
Luce, che nei sorgenti astri notturni
E ne l’albe adorai, luce, che tutti
I miei sogni sapesti e i miei dolori,
Luce degli occhi- miei, qual mi ti rende
Nova grazia quaggiù?
Paolo
Raggio di Dio,
Ch’io prima vidi ed adorai negli occhi
De l’amata mia donna, oh! come allora