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cevettero assai volentieri, ed anzi si lamentarono della severità del predicatore; però un certo numero di persone al pari di me furono penetrate dalla verità ed ardentemente desiderarono di udirlo di nuovo. Ma egli non predicò più.
“Da quel momento io riconobbi con tutta la forza dell’intelletto, e mediante un corso di orazioni private, di letture e meditazioni, qual sia il pericoloso stato di una peccatrice, e l’immensa misericordia di Dio per Gesù Cristo, nel porre la pace in un cuore peccatore, facendo ad un immondo mucchio di polvere e di cenere, parte della gloriosa e celeste felicità. Ed oh! signore, qual Salvatore ho io trovato! Egli è più di ciò ch’io potessi desiderare o domandare! Nella sua pienezza, io ritrovai tutto ciò che fa bisogno alla mia povertà; nel suo seno io ritrovai ristoro, e sollievo di tutti i miei peccati e dispiaceri; nella sua parola io trovai forza contro i dubbii e l’incredulità.”
“Non foste voi subito convinta,” diss’io, “che la vostra salvazione dovea essere un atto di pura grazia di Dio, intieramente indipendente dalle vostre opere imperfette e dai meriti antecedenti?”
“Mio caro signore, che cos’erano le mie opere avanti ch’io sentissi una tal predica, se non malvage, carnali, irreligiose ed interessate? Le idee, i pensieri del mio cuore, fin dalla mia prima gioventù, erano continuamente malvagi. Ed i meriti miei erano forse differenti da quelli di un’anima decaduta, depravata e negligente, che non riconosce nè legge nè Vangelo? Sì, signore, io immediatamente conobbi che se mai io venissi salvata, ciò non sarebbe che per libera misericordia di Dio, o che l’intera lode, tutto l’onore dell’opera sarebbe sua dal principio alla fine.”
“Che cambiamento riconosceste in voi medesima riguardo al mondo?”
“Sembrommi tutto vanità; e parvemi necessario per la pace della mia mente di allontanarmi e separarmi da esso. Io mi volsi alla preghiera, e godei di molte e deliziose ore di comunione con Dio. Lamentavo frequentemente i miei peccati, e spesse volte io ebbi un gran