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cisione di ritrovarsi nel cortile della chiesa e quivi organizzare una decente processione funebre. I vecchi genitori, il fratello maggiore e la sorella con diversi altri conoscenti della defunta componevano un gruppo commovente in un angolo del cortile. Io fui colpito dall’umile e piacevole sembiante di quella onde ricevetti la lettera. Ella era adorna di molta gravità senza adattazione, e d’una gran serenità unita ad un’ardente divozione. Parmi bene di far qui parola d’una circostanza successa nel tempo del funerale.
Un contadino, rimasto fin’allora indifferente a tutto ciò che sa di religione, anzi alquanto discolo e corrotto, entrò per mera curiosità nella chiesa, nel solo scopo di rimaner testimonio oculare del servizio funebre. La sua mente, intanto, ricevè ad un tratto la seria convinzione dei suoi peccati, e del pericoloso stato in cui si trovava, come facilmente si potè argomentare dall’espressione del suo volto. Questa convinzione rimase indelebile nel cuor suo, e produsse un evidente e perfetto mutamento, di cui ebbi continue e durevoli prove. Egli avea l’occhio fisso al servizio funebre, e particolari sentenze che in esso udì, rimasero vero e santo istrumento col quale la grazia divina lo condusse alla conoscenza della verità.
Fu questo, invero, un giorno degno di memoria. Se ne ricordan pure quelli che amano sentire i “brevi e semplici annali dei poveri.”
Non avvi un evidente e felice nesso tra le circostanze che provvidenzialmente radunano l’uomo serio e il noncurante in una stessa tomba, in uno stesso giorno? Oh! Quanto ci perdono coloro i quali non si dàn pensiero delle cose di Dio e dei mezzi ch’egli adopra nella sua Provvidenza per redimere e salvare i peccatori.
Terminato il servizio, io ebbi una breve conversazione coi buoni vecchi genitori e la sorella della trapassata. L’aspetto di quest’ultima era grandemente interessante; io promisi di visitarli spesso, e fin da quel punto divenni loro grande amico. Preghiamo l’Iddio dei poveri e chiediamogli che sempre sieno i poveri ricchi in fede, ed i ricchi poveri in ispirito.
Nell’avvicinarmi ai caseggiati dove abitava il buon